Silvio Gazzaniga, Milano 23 Gennaio 1921 – Milano 31 Ottobre 2016
Non è semplice raccontare in poche righe la storia professionale e umana dello scultore milanese Silvio Gazzaniga.
Appassionato artista e designer, fin da giovanissimo, si dedica alle arti del disegno, della pittura e della scultura ed eccelle nell’arte elitaria della medaglistica, realizzando innumerevoli opere di tema religioso, sportivo, storico e commemorativo.
Così pure coppe e trofei eseguiti su commissione di numerose federazioni sportive nazionali e internazionali. Un lavoro incessante che l’ha visto all’opera ogni giorno dai 16, sino a oltre i 90 anni.
Anche se per tutti è, e sarà sempre, ricordato come il “Creatore” della Coppa del Mondo di calcio, ideata, disegnata e realizzata nel lontano 1971 e che la FIFA ha deciso di mantenere almeno fino ai Mondiali del 2038, in considerazione del grandissimo gradimento e attaccamento che gli appassionati di calcio, i media, e non solo, le hanno tributato.
Lungo quasi ottant’anni di carriera, il Maestro – titolo che gli è stato tributato da sempre – non si è mai fermato e, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, accetta entusiasticamente di ideare e donare il trofeo che è stato consegnato nel 2011 ai vincitori della Coppa Italia, del 108° Giro d’Italia e del Gran Premio d’Italia di Formula 1.
Grande conoscitore dell’arte contemporanea, creatore eclettico, maestro di scultura, bassorilievo e tutto tondo, Silvio Gazzaniga si colloca tra i più significativi esponenti del panorama artistico contemporaneo italiano che si sono proiettati con Opere a livello decisamente internazionale.
Biografia
Silvio Gazzaniga nasce a Milano il 23 gennaio 1921. Si forma come scultore nelle scuole d’arte e design del capoluogo lombardo nel periodo del pieno fervore delle avanguardie degli anni Trenta e Quaranta.
Frequenta con grande profitto la Scuola di Arte Applicata “Umanitaria” e la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco, qualificandosi come orafo e gioielliere.
Durante la parentesi drammatica della Seconda Guerra Mondiale, comincia giovanissimo la carriera artistica come scultore di medaglie, coppe e onorificenze per vari committenti. Fin dal 1953 inizia a collaborare stabilmente con l’allora ditta Bertoni in qualità di direttore artistico e maestro scultore.
Ma è il 1970 l’anno che cambia la vita professionale e riconosce notorietà internazionale all’artista dal carattere molto riservato. Secondo il regolamento dell’epoca, dopo la vittoria della Coppa del Mondo per la terza volta da parte del Brasile ai Mondiali del Messico, la Coppa Rimet viene aggiudicata definitivamente alla nazionale carioca. La FIFA quindi deve far realizzare un nuovo trofeo.
Viene bandito un concorso aperto a tutti gli artisti del mondo e, tra 53 proposte, è proprio quella di Silvio Gazzaniga a essere vincente. La nuova Coppa del Mondo, raffigura e simbolizza la gioia, l’esultanza e la grandezza degli atleti nel momento della vittoria: due calciatori stilizzati che, esultanti e felici, sorreggono l’intero mondo. Con la creazione di questo trofeo, Silvio Gazzaniga raggiunge l’apice del successo, della notorietà e della fama artistica.
Sull’onda di questo successo internazionale assoluto, la sua produzione artistica sportiva prende il volo e gli vengono direttamente commissionati molti altri trofei di importanti competizioni calcistiche nazionali e internazionali come la Coppa UEFA e la Super-coppa Europea. Realizza anche le Coppe del Mondo di Baseball, Bob e Volley e medaglie per manifestazioni internazionali importanti anche di altri sport quali: pallacanestro, nuoto, sci e tanti altri ancora, sempre conteso dalle Federazioni di ogni paese.
In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità Italia, Silvio Gazzaniga viene contattato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che, sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, gli chiede di ideare e realizzare un trofeo che si affianchi ai premi delle più importanti competizioni sportive italiane dell’anno 2011. Lo scultore milanese risponde con grande entusiasmo e fa omaggio allo Stato del bozzetto della Coppa.
Da sempre legatissimo alla sua Milano, il 7 dicembre 2003 ha l’onore di ricevere dalle mani del Sindaco in carica Gabriele Albertini l’Attestato di Benemerenza Civica dell’Ambrogino d’Oro, onorificenza conferita dal Comune di Milano, per essersi distinto come “uno dei rappresentanti più prolifici dell’arte contemporanea della nostra città”.
Ma i riconoscimenti sono anche di ambito internazionale. Il 14 ottobre 2011, in una seduta plenaria svoltasi in occasione dell’edizione annuale della Fiera Internazionale Vicenza Numismatica, gli viene riconosciuto il “Premio Internazionale alla Carriera” conferitogli dall’Associazione Internazionale Numismatici e Medaglisti con la seguente motivazione: “Il grande artista, nella sua lunga carriera, si è distinto nell’elaborazione di bozzetti per monete e medaglie e, in particolare, ha saputo raffigurare con rara maestria i diversi temi con i quali si è confrontato”.
La testimonianza più importante arriva il 2 giugno del 2012 quando viene insignito dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per ragioni artistiche e culturali.
Silvio Gazzaniga muore il 31 ottobre 2016 all’età di 95 anni nella sua casa di Milano. Non mancano le condoglianze da parte del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e del Presidente del Consiglio Comunale Lamberto Bertolé che hanno deciso di tributargli una commemorazione ufficiale all’apertura del Consiglio Comunale del 14 novembre 2016.
Il suo nome è stato inciso il 2 novembre 2017 sui marmi del Famedio nel Cimitero Monumentale di Milano, accanto ad altri cittadini benemeriti che hanno dato lustro alla città di Milano.
Lo scultore è stato sposato per più di 60 anni con la moglie Elsa, l’unico grande amore insieme a quello dell’arte. Da lei ha avuto i figli Gabriella e Giorgio. Oltre allo sport, è stato un appassionato di design, di automobili sportive e di aerei e non poteva fare a meno di ricaricare le batterie della propria anima artistica passeggiando in montagna e fotografando la natura, da sempre sua importantissima fonte d’ispirazione.
Silvio Gazzaniga è il creatore del più ambito trofeo calcistico dei Mondiali, la FIFA World Cup. La Coppa prende forma nella sua mente e nelle sue mani nel 1971.
Da allora ha visto passare la sua creazione tra le mani di molti personaggi. Franz Beckenbauer è il primo a presentarla al mondo, non senza fierezza, nel 1974; un onore che tocca in seguito a Daniel Passerella nel 1978, Dino Zoff nel 1982, Diego Armando Maradona nel 1986, Lothar Matthaus nel 1990, Carlos Dunga nel 1994, Didier Deschamps nel 1998, Cafù nel 2002, Fabio Cannavaro nel 2006, Iker Casillas nel 2010, Philipp Lahm nel 2014 e Hugo Lloris nel 2018.
La storia della Fifa World Cup
Agli albori dei Mondiali di calcio, nel 1928 l’antenata Coppa del Mondo fu intitolata a Jules Rimet, il Presidente FIFA che istituì i Mondiali di calcio. In quel tempo vigeva la regola che la prima squadra che fosse riuscita a vincere per tre volte i Mondiali di Calcio si sarebbe “portata via” la Coppa.
Infatti la Coppa Rimet fu definitivamente assegnata nel 1970 dopo la terza vittoria da parte del Brasile ai Mondiali del Messico dopo una storica partita combattuta con l’Italia anch’essa in grado di “portarsi a casa” la Coppa avendo due Mondiali vinti in precedenza.
Conseguentemente alla definitiva assegnazione della coppa Rimet - la FIFA ebbe la necessità di creare un nuovo trofeo destinato a durare nel tempo. Il 5 aprile 1971 una commissione appositamente costituita ed un giurì di esperti, si riunisce nella sede della FIFA a Zurigo sotto la supervisione di Sir Stanley Rous, l’allora Presidente FIFA. E’ quindi bandito un concorso internazionale per la creazione di una nuova coppa.
Il Maestro si mette immediatamente all’opera chiudendosi per una settimana nel suo studio di via Alessandro Volta, situato nel quartiere degli artisti di Milano, in prossimità dell’Accademia di Brera e del Castello Sforzesco.
Prepara il bozzetto e, data la particolare plasticità scultorea che rende difficile apprezzare appieno un semplice disegno, ne prepara un modello tridimensionale semi definitivo in plastilina in seguito “formato” con un calco in gesso.
L’azzardo di realizzare l’opera con un modello tridimensionale a grandezza naturale senza avere avuto nessuna conferma né rassicurazione lo premia. Infatti la sua presenza fisica e la possibilità di toccare e “impugnare” l’opera convincono i responsabili della FIFA della sua bellezza scultorea, simbolica e anche della sua “fotogenia” televisiva e così decidono ed approvano il modello che diventerà la Coppa del Mondo, dopo essere stato scelto tra i 53 progetti partecipanti, arrivati da ogni parte del globo (25 nazioni). La Coppa viene subito fusa in oro, rifinita ed ufficializzata dalla FIFA nel gennaio del 1972.
La coppa, fusa con l’antica tecnica detta “a cera persa” – come avviene da millenni con le statue in metallo più celebri –, è realizzata in oro massiccio a 18 carati e, anche se vuota al suo interno, pesa ben 6.175 grammi, è alta 36,8 centimetri e il diametro della base è di 13 centimetri. Il basamento è realizzato da due fasce di malachite verde, mentre intorno e al di sotto del basamento in appositi riquadri predisposti sono incisi, ciascuno nella lingua della relativa nazione, i nomi delle nazionali che dal 1974 si sono aggiudicate il trofeo vincendo il Mondiale.
Al contrario della Coppa Rimet, questa coppa non sarà mai assegnata definitivamente alla squadra che la vincerà per tre volte, ma continuerà a essere rimessa in palio fino al momento in cui tutti i possibili spazi per le incisioni delle nazioni vincitrici verranno riempiti, quindi almeno fino ai mondiali del 2038.
A partire da Germania 1974 il trofeo è stato finora assegnato tre volte alla Germania (1974, 1990 e 2014), due all’Argentina (1978 e 1986), all’Italia (1982 e 2006), al Brasile (1994 e 2002) e alla Francia (1998 e 2018) e una alla Spagna (2010).
A partire dai mondiali di calcio di Germania 2006 in poi, la FIFA ha stabilito che il trofeo originale non verrà più dato in custodia alla nazionale di calcio vincitrice. In precedenza il vincitore lo deteneva nella sede della sua federazione per quattro anni restituendolo solo durante la cerimonia dei sorteggi dei gironi del Mondiale successivo. Oggi viene solo consegnato durante le poche ore della cerimonia di premiazione al capitano della squadra vincente per i festeggiamenti dopo la partita finale. Dopo le celebrazioni, la FIFA regala alla federazione vincitrice del torneo una copia dell’originale.
Silvio Gazzaniga racconta la sua Coppa Fifa World Cup
“Per creare un simbolo universale della sportività e dell’armonia del mondo sportivo, mi sono ispirato a due immagini fondamentali: quelle dell’atleta che esulta e del mondo. Volevo ottenere una rappresentazione plastica dello sforzo che potesse esprimere simultaneamente l’armonia, la sobrietà e la pace. La figura doveva essere lineare e dinamica per attirare l’attenzione sul protagonista, cioè sul calciatore, un uomo trasformato in gigante dalla vittoria, senza tuttavia avere niente di super-umano. Questo eroe sportivo avrebbe riunito in se stesso tutti gli sforzi e i sacrifici richiesti giorno per giorno ai suoi fratelli e avrebbe incarnato il carattere universale dello sport come impegno e liberazione, stringendo il mondo tra le sue braccia.
“Ho creato la forma liberamente. Il trofeo rappresenta due giocatori che alzano le braccia verso l’alto nella gioia esultante della vittoria. Racchiude in sé il dinamismo, la forza e la velocità dell’azione, lo sforzo sportivo e l’emozione, l’esaltazione di trovarsi in cima al mondo. L’atleta è il protagonista assoluto dell’opera e sorregge il mondo nella felicità e nell’entusiasmo della vittoria. Chi vince una competizione così dura e prestigiosa assume nel momento della vittoria la dimensione di un gigante e il suo premio, la Coppa, deve esprimere tutto questo”.
“Con i due atleti che alzano le braccia, ho voluto significare il momento di gioia e di esaltazione della vittoria. La sfera che li sovrasta, modellata a rilievo con l’immagine fedele dei continenti, ricorda il mondo e, al contempo, il pallone mentre le linee tra le due figure umane quasi speculari, nella loro contrapposizione, esprimono un movimento dinamico tipico dello sport. La materia grezza tra le due facce contrapposte del trofeo esprime il vigore, l’energia e la rudezza del gioco del calcio e dell’intenso impegno sportivo”.
“Dalla base si raccoglie e prende slancio un movimento elicoidale di linee che si elevano e si dilatano sino a raggiungere il mondo. Dalla compatta massa scultorea, dalle notevoli tensioni dinamiche, emergono i profili e le figure di due atleti nel momento esaltante della vittoria”.
“Se mai lo dovessi rifare, non modificherei affatto il mio progetto di allora. Il fatto che il trofeo resista, nel più elevato gradimento, alle mode successive, testimonia che mi sono ispirato a principi estetici e simbolici ormai divenuti universalmente compresi”.
Altre coppe di calcio
Tra le altre coppe legate al mondo del calcio, Silvio Gazzaniga ha progettato e seguito la realizzazione della Coppa UEFA, la Supercoppa Europea, la Coppa UEFA Under 21, Under 23 e tante altre sia per le Federazioni del Gioco del calcio di vari Paesi che per altri Sport.
Coppa Uefa
Realizzata in argento, alta 67 centimetri, la coppa è formata da una base con due dischi di onice in cui è inserita una fascia con le bandierine dei paesi le cui Federazioni sono membri della UEFA. La parte inferiore della scultura simboleggia degli atleti di calcio stilizzati ed è sormontata da una coppa in lastra sbalzata a mano. Racconta Gazzaniga: “Un insieme corale di atleti in movimento dinamico fa da supporto alla slanciata coppa esagonale sostenendola con slanciate cuspidi allungate verso l’alto”.
Coppa Under 21
Tra i lavori “extra Europei”, sempre per il mondo del calcio, ha progettato anche la Coppa d’Africa e vari trofei in oro per campionati locali di alcuni stati arabi e del bacino mediterraneo.
La storia della coppa per I 150 Anni dell’Unità d’Italia
Nei primi mesi del 2011, il Maestro riceve una chiamata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo e la Presidenza della Repubblica hanno deciso che i 150 anni dell’Unità d’Italia saranno ricordati anche con una coppa speciale che sottolinei l’importanza della ricorrenza. Silvio Gazzaniga accetta la sfida con il suo tipico entusiasmo e decide generosamente di offrire la sua creatività gratuitamente alla Repubblica. Tra le proposte inviate dallo scultore ai rappresentanti delle Istituzioni, il disegno del trofeo che viene scelto e realizzato piace per il senso di unità, di energia e di volontà comune che ha unificato l’Italia e creato la Nazione. La Coppa viene subito realizzata in tre esemplari. Uno viene consegnato al vincitore del Giro d’Italia di ciclismo, un altro alla Coppa Italia di calcio e un terzo al Gran Premio di Formula 1 di Monza.
Silvio Gazzaniga racconta la sua coppa per I 150 Anni dell’Unità d’Italia
“La Coppa dei 150 Anni dall’Unità d’Italia, realizzata in argento, rappresenta la spinta di otto stelle che si allargano verso l’alto, unite e strette in basso da un anello che porta il logo Presidenziale dei 150 Anni dell’Unità d’Italia. Il trofeo è completato da una corona turrita che sovrasta e unisce le stelle e che riprende quindi nuovamente il tema dell’unità. Il blu dell’anello e della base ricorda invece il colore nazionale”.
“Simbolici fasci di luce diventano proiezione di stelle dorate e creano un interessante e dinamico gioco di linee che si innalzano verso il cielo avendo alla base l’anello che le riunisce. Questa energia viene raccolta in alto in una corona turrita dorata che è simbolo della nostra nazione”.
L’impronta innovatrice dello scultore
In tutte le coppe che l’artista milanese realizza, si nota un leit motiv di fondo, che le rende davvero originali. Le coppe di una volta erano comunemente realizzate in lastra e tornite. Quelle create da Silvio Gazzaniga, invece, sono coppe in scultura di metallo modellato, che devono essere lavorate e fuse come opere d’arte, come le statue dall’antica Grecia in avanti.
Molto spesso i modelli rappresentano un’immagine corale di atleti, come nel caso della Coppa UEFA, della Coppa Under 21 e della stessa Coppa del Mondo di calcio. Questa “impronta” dello scultore milanese sottolinea l’artisticità del modellato contrapposta alla semplicità della lastra tornita, permettendo di esprimere fisicità e movimento dinamico e nello stesso tempo trasmettendo i valori e il senso del gioco di squadra, fondamentali in uno sport come il calcio.
Altre opere
Silvio Gazzaniga ha realizzato nel corso dei suoi operosi decenni numerosissime opere scultoree, medaglistiche e pittoriche di tema religioso, storico, sportivo e commemorativo. Dai ritratti di Papi a quelli di sovrani, dalle effigi degli scienziati ai volti dei personaggi noti dell’economia e dello spettacolo. Senza barriere geografiche: dall’Europa all’Africa, dai paesi mediorientali agli Stati Uniti.
Anche se la prolificità della sua opera si è espressa con più risonanza proprio nello sport. Innumerevoli infatti le medaglie, i trofei e soprattutto le coppe realizzate per tutte le discipline olimpiche e commissionate da federazioni sportive nazionali e internazionali quali la pallavolo, il rugby, il baseball, il nuoto, il basket e molte altre. Disegna le Coppe del Mondo di sport come il bob, il volley e il baseball. Ma è il calcio a consacrarlo definitivamente, come abbiamo visto, alla gloria dei posteri.
Non si nega nemmeno ad altre esperienze artistiche come quando gli viene chiesto di realizzare opere speciali come il Monumento ai Caduti del Motociclismo di Civenna e il Reliquiario di Sant’Antonio da Padova.
Monumento ai caduti del motociclismo di Civenna
Il progetto viene commissionato dalla Federazione Motociclistica Italiana nel 1959 e realizzato nel 1961 a Civenna (CO). Il monumento è costituito da una base a forma di colonna decorata con rilievi elicoidali, rappresentanti la nascita e l’evoluzione dello sport motociclistico lungo un percorso che culmina sulla sovrastante fiamma stilizzata, un fuoco che celebra i Caduti dello sport e che richiama un nastro d’asfalto che sale e si staglia fino nel cielo. La fascia a spirale elicoidale che, come in una moderna colonna romana sale intercalata da una fascia di alloro, raffigura motociclisti di ogni tempo, dalla nascita della prima motocicletta ad oggi. Al termine della spirale è rappresentato un atleta con una fiaccola in mano che simboleggia lo spirito sportivo.
Risulta quindi evidente l’equilibrio tra stilemi classici e moderni e l’universalità, l’internazionalità del messaggio, senza limiti nel tempo e nello spazio, rivolto al vasto e composito mondo degli appassionati delle motociclette, fatto di corridori, campioni e meccanici, ma anche di semplici appassionati della strada. Un mondo di uomini sempre in movimento che, nonostante le vittorie, le sconfitte, le cadute e purtroppo anche gli incidenti mortali, riparte sempre verso nuove sfide tecniche e di primato. Commenta Gazzaniga:
“Spirale di figure raffiguranti motociclisti, meccanici, turisti, regolaristi, corridori. A fine spirale figure allegoriche raffiguranti atleti che, anche quando cadono, tengono sempre alta la fiaccola della passione e della sportività”. E ancora: “La rappresentazione elicoidale della storia del motociclismo, dai primi anni dei pionieri, esprime l’anelito e l’ascesa dello spirito che si tramanda di generazione in generazione tra i motociclisti, culminando nella fiamma che si staglia verso il cielo e non si estingue mai”.
Reliquiario di Sant’Antonio da Padova
Grazie alla sua estesa e ricca produzione di medaglie a tema religioso, nel 1955 l’artista viene incaricato di realizzare il reliquiario di Sant’Antonio da Padova, che si trova tutt’ora nell’omonimo museo adiacente alla Basilica del Santo nella città veneta.
Il reliquiario è realizzato in argento fuso a cera persa e successivamente dorato “a foglia”. Nel 1994, durante l’ottavo centenario della nascita del Santo portoghese così caro alla Fede, il reliquiario ha compiuto per ben due anni un lungo pellegrinaggio che ha toccato tutti i cinque continenti raggiungendo milioni di fedeli in tutto il mondo.
Confida Silvio Gazzaniga: “Posso dire con orgoglio che Il Reliquiario di Sant’Antonio da Padova e la Coppa del Mondo di Calcio sono due mie opere che hanno davvero girato tutto il Mondo e che continueranno a farlo anche dopo di me”.